Presentazione da parte del Prof. Maurizio Cutolo, Ordinario di Reumatologia Direttore Cattedra di Reumatologia, Laboratori di Reumatologia Sperimentale e UOC Clinica Reumatologica, Dipartimento di Medicina Interna. Scuola di Specializzazione in Reumatologia, Università di Genova, IRCCS Policlinico San Martino, Genova
Il professore inizia la trattazione con un discorso sui meccanismi di progressione e di formazione della malattia con alcuni fattori di rischio, perché questo aiuta molto a comprendere poi la terminologia ma anche i target delle terapie. Ci troviamo in un malattia che ha una sua progressione con coinvolgimento di tutto il sistema immunitario e non c’è una cellula che non venga interessata e quindi alla fine si arriva a una malattia artritica o una malattia di tipo sistemico o entrambe.
Nel momento in cui la malattia diventa sistemica e non soltanto articolare, è importante comprendere che ci sono degli antigeni, delle cell protein, una eccessiva citrullinazione dell’arginina, porta alla formazione di varie proteine citrullinate che compaiono anche 15 anni prima che la malattia diventi evidente.
Importante riconoscere la cascata di eventi che si producono nell’infiammazione ne tessuto sinoviale. Dunque si produce una cascata di anticorpi anti-citrullina.
Gli anticorpi anti-citrullina – ACPA – sono dunque dei markers importanti nella patogenesi dell’Artrite Reumatoide e, se parliamo di donna, giovane e in età fertile, diventa fondamentale riconoscere precocemente la malattia.
Gli ACPA possono essere riscontrati fino nell’80% dei casi nei pazienti affetti da AR e sono altamente specifici per questa patologia.
Il sesso femminile, l’età avanzata e lo stress cronico, portano alla Malattia che viene riconosciuta soprattutto nella menopausa e meno nell’età fertile, poiché gli estrogeni “fanno da protettori” verso le citochine infiammatorie.
Attenzione sempre al deficit di Vitamina D, lo si vede oggi nel COVID, dove c’è una stretta correlazione tra rischio, gravità e deficit di vitamina D.
Un altro aspetto da considerare quale fattore estremo di rischio è il fumo, che va assolutamente interrotto per l’azione di infiammazione croniche che produce, fino ad arrivare alla patologia oncologica.
Meccanismi di malattia e fattori di rischio nella donna
FLORENZO IANNONE Professore Ordinario di Reumatologia
Responsabile AOU del Policlinico di Bari, UOC di Reumatologia Università di Bari
Il Professor Florenzo Iannone, Responsabile AOU del policlinico universitario di Bari e Professore ordinario di Reumatologia, approfondisce per noi quelli che oggi sono comunemente considerati fattori associabili alla diagnosi di Artrite Reumatoide precoce e aggressiva
Purtroppo ad oggi “non esistono biomarcatori specifici predittori di
evolutività dell’Artrite Reumatooide” e non è possibile prevedere in modo
inequivocabile se la malattia avrà un decorso più o meno aggressivo.
Ma la patogenesi della malattia è stata ampiamente studiata e negli anni e sono
stati individuati alcuni fattori genetici di rischio che potrebbero essere
considerati dei possibili predittori dell’ Early Aggressive Rheumatoid
Arthritis (Artreite Reumatoide Precoce Aggressiva):
– Short Disease Duration:
Finestra di esordio della malattia di 6-12 mesi
– Systemic Disease :
ovvero la manifestazione sistemica ed extra articolare della malattia come ad esempio la comune manifestazione cardiovascolare.
– Child Bearing Age:
i reumatologi sono concordi nel considerare la malattia autoimmune più aggressiva quando esordisce nell’età fertile della donna.
– Shared Epitope:
lo strumento di investigazione laboratoristica più efficace per la individuazione della malattia nelle fasi precoci.
– Valore positivo di ACPA:
biomarkers
della fase preclinica della malattia
– Doppia positività al fattore reumatoide (RF) e ACPA:
la doppia positività è un possibile predittore dell’artrite reumatoide aggressiva.
– Livello di Glicosilazione delle Immunoglobuline:
è maggiore nei pazienti con Artrite Reumatoide rispetto ai soggetti sani.
L’
Hyperglicosilation riduce anche il tempo di latenza dello sviluppo dell’artrite
reumatoide.
– Paziente Refrattario al trattamento del reumatologo:
– Paziente Refrattario al trattamento del reumatologo:
la scarsa o
insufficiente risposta ai trattamenti convenzionali potrebbe suggerire che la
malattia sia più aggressiva.
Un altro importante fattore per identificare il paziente affetto da una forma più aggressiva di Artrite Reumatoide è l’esame della severità del danno strutturale causata dalla malattia già dalle prime settimane.
– Quali strumenti hanno a disposizione i radiologi per la valutazione del
danno?
La radiografia è lo strumento diagnostico indicato dalle convenzioni nazionali
ed internazionali. Oltre alla Tac e la Risonanza Magnetica, esistono altri
strumenti diagnostici che non vengono indicati dalle convenzioni internazionali
che potrebbero essere anche più efficaci di un comune lastra.
Centri reumatologici specializzati e dotati di una strumentazione moderna
utilizzano la biopsia sinoviale per identificare i patotipi delle sinoviti nei
pazienti con artrite reumatoide nelle fasi precoci.
Dunque
identificare precocemente una paziente con Artrite Reumatoide, soprattutto se
precoce e aggressiva, consente di raggiungere il target terapeutico della
remissione della malattia e restituzione biologica, assicurando alla donna una
vita di buona qualità e con possibile maternità.