Alcuni anni fa, Milton Erickson, uno psichiatra americano, ha sviluppato un approccio terapeutico basato su quanto un soggetto è in grado di fare per se stesso. La base della terapia è strettamente legata alla qualità del rapporto tra terapeuta e soggetto. L'obiettivo del terapeuta è quello di consentire al paziente di trovare in se le risorse personali che lo portino alla soluzione del suo problema.
Lo stato ipnotico è una condizione comune in cui entriamo e ci muoviamo più volte al giorno spontaneamente: il soggetto si disconnette dalla realtà circostante, pur essendo presente qui ed altrove! Questo cambiamento dello stato di coscienza è chiamato "stato ipnotico", mentre il termine "trance ipnotica" è quello che è stato usato per primo. Lo stato ipnotico è un fenomeno fisiologico normale e spontaneo. Lo scopo di mantenere questo fenomeno naturale, su richiesta del paziente, per uno obiettivo terapeutico, rende questa tecnica eticamente ineccepibile.
L'ipnosi ericksoniana non ha nulla a che fare con l'ipnosi tradizionale. L’ipnosi tradizionale si basa sui fenomeni di suggestione e suggestionabilità, che sono efficaci su una piccola percentuale di pazienti (20%) ed il principale ostacolo è che essa introduce comportamenti esterni al soggetto.
L'ipnosi ericksoniana è fondamentalmente diversa: la suggestione diretta è esclusa.
Il paziente è accompagnato dal terapeuta, che nel corso di una conversazione gli permette di accedere alle sue risorse inconsce. Lo stato alterato è la separazione tra il nostro conscio e inconscio.
In Francia, da qualche anno, questo tipo di ipnosi è diventata parte del trasporto emergenziale inducendo i pazienti (anche in un contesto di ansia e dolore estremo, es.: infarto) in uno stato alterato di coscienza per permettere loro di essere trasportati nei centri ospedalieri, nelle migliori condizioni di comfort morale e fisica, preparandoli ad affrontare meglio il mondo dell'ospedale spesso fonte di angoscia e di dolore (anche se è per una giusta causa).