Costa di più non diagnosticare un giovane paziente con ipertensione, oppure diagnosticarlo e curarlo? Il Professor Claudio Ferri, del dipartimento MeSVA dell’università dell’Aquila, ha spiegato alle nostre telecamere il rapporto tra costi e benefici nella prevenzione dell’ipertensione. Ha chiarito anche come possiamo evitare costi e patologie nel tempo.
Il Professor Claudio Ferri chiarisce che nel contesto di alcune patologie, il rapporto costo beneficio può essere sbilanciato. Ovvero si possono ottenere benefici in termini di salute, ma svantaggi dal punto di vista della sostenibilità economica del paziente.
Nel contesto dell’ipertensione, di cui si stima siano affette circa 18 milioni di persone, il rapporto tra costi e benefici è sempre a favore del beneficio.
Se si potessero individuare tutti gli ipertesi, anche coloro che non sanno di soffrirne, perché la pressione arteriosa elevata è quasi sempre asintomatica, si potrebbero prescrivere terapie non farmacologiche, quindi dieta e attività fisica, e farmaci che costano estremamente poco.
Scoprire i pazienti ipertesi sin da giovani, significa risparmiare una grande quantità di soldi, perché si eviterebbero infarti del miocardio, nefropatia, ictus cerebrali e malattie degli arti inferiori.
Quindi, afferma il Professor Ferri, diagnosticare l’ipertensione nei pazienti più giovani è cost saving.
In che modo, anche i più giovani, possono scoprire di essere affetti da ipertensione?
Ogni famiglia italiana possiede in casa un termometro per la misurazione della temperatura. Allo stesso modo, bisognerebbe avere un apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa. Si tratta di strumenti attendibili con costi contenuti.
Ogni membro della famiglia, dal bambino fino all’anziano, dovrebbe effettuare la misurazione della pressione arteriosa, almeno una volta l’anno, ma senza entrare nell’ansia di doverla misurare ogni giorno.
Se si è sani, quindi, è bene effettuare controlli presso il medico di famiglia, e, almeno una volta l’anno, si consiglia la misurazione delle pressione arteriosa, sin dall’età pediatrica.